sabato 17 dicembre 2011

il diritto al delirio

mi sento in mezzo al tutto, in mezzo al niente. 

volo, annuso, mi poso su diversi fuori, e assorbo ciò che ciascun elemento può darmi. e nel mentre amo ciascun petalo, ciascun ramoscello, ciascuna goccia d'acqua che mi cade sulle ali, sul muso, sul corpo. 
Esattamente come un ape continua a vagare, da un fiore all'altro, mi nutro di sensazioni, di scoperte, di novità. 
e poi quando ho raccolto tutto, nel momento che non decido io mediatamente, ma lo hanno già fatto le circostanze, ricomincio il mio volo. Piena di sensazioni di malinconia, per dovermi allontanare da quel fiore meraviglioso.. però anche così emozionata alla vista e all'idea della presenza di altri numeroso fiori, con diversi colori, profumi, altezze, temperature. 

ecco, ora sono così, di nuovo in partenza, di nuovo in cambiamento. 

Ho "percepito" la Slovenia. 
credo che sia tutto rinchiuso in questa espessione cosa penso .
lei mi ha sentito, e io mi sono fatta trasportare, completamente. 
lo so che se sappiamo come prenderli, tutti i giorni ci riservano sorprese e bellissimi momenti... novità, sensazioni.. che poi rappresentano i ricordi che ci teniamo nel nostro bagaglio di vita. 

ma quello che ho vissuto a Ljubljana è stato qualcosa di magico, di vero, di reale, di straordinario. 
a livello personale e a livello esteriore. 

è un qualcosa di forte rendersi conto della varietà di gente, persone, scelte, visi, pensieri, modi di concepire la realtà, modi di comportarsi e di esser coinvolti in essa. 
e nei momenti simili, in cui ho l'impressione di PERCEPIRE, tutto quello che c'è attorno a me. 
be, entro un po' in panico, mi perdo nei meandri della diversità, della curiosità, del ricordo del passato e della progettazione del futuro.

ma anche i pensieri sono un circolo, una spirale, infinita... 
e forse solo in momenti di deirio, quando le porte della percezione sono spalancate, lì si ha la chiara visione del tutto. 
tornerò qui? Devo davvero andarmene? poso continuare a forzarmi di cambiare così sovente?  
mai dire mai. Il segreto è non programare il futuro, perchè non possiamo farlo, è impossibile. quindi cerco con tutte le mie forze di vivere il presente, dove ogni notte sarà vissuta come fosse l'ultima, e ogni giorno come se fosse il primo.  

lunedì 5 dicembre 2011

obsolescenza programmata

me, by Baudelaire's words and thoughts.

XXXIII. ENIVREZ-VOUS
Il faut être toujours ivre. Tout est là: c’est l’unique question. Pour ne pas sentir
l’horrible fardeau du Temps qui brise vos épaules et vous penche vers la terre, il faut vous
enivrer sans trêve.
Mais de quoi ? De vin, de poésie ou de vertu, à votre guise. Mais enivrez-vous.
Et si quelquefois, sur les marches d’un palais, sur l’herbe verte d’un fossé, dans
la solitude morne de votre chambre, vous vous réveillez, l’ivresse déjà diminuée ou
disparue, demandez au vent, à la vague, à l’étoile, à l’oiseau, à l’horloge, à tout ce qui fuit,
à tout ce qui gémit, à tout ce qui roule, à tout ce qui chante, à tout ce qui parle, demandez
quelle heure il est et le vent, la vague, l’étoile, l’oiseau, l’horloge, vous répondront: « Il
est l’heure de s’enivrer ! Pour n’être pas les esclaves martyrisés du Temps, enivrez-vous ;
enivrez-vous sans cesse ! De vin, de poésie ou de vertu, à votre guise. »


XLVIII. ANY WHERE OUT OF THE WORLD
N’importe où hors du monde
Cette vie est un hôpital où chaque malade est possédé du désir de changer de lit.
Celui-ci voudrait souffrir en face du poêle, et celui-là croit qu’il guérirait à côté de la
fenêtre.
Il me semble que je serais toujours bien là où je ne suis pas, et cette question de
déménagement en est une que je discute sans cesse avec mon âme.
« Dis-moi, mon âme, pauvre âme refroidie, que penserais-tu d’habiter Lisbonne ?
Il doit y faire chaud, et tu t’y ragaillardirais comme un lézard. Cette ville est au bord de
l’eau ; on dit qu’elle est bâtie en marbre, et que le peuple y a une telle haine du végétal,
qu’il arrache tous les arbres. Voilà un paysage selon ton goût ; un paysage fait avec la
lumière et le minéral, et le liquide pour les réfl échir ! »
Mon âme ne répond pas.
« Puisque tu aimes tant le repos, avec le spectacle du mouvement, veux-tu venir
habiter la Hollande, cette terre béatifi ante ? Peut-être te divertiras-tu dans cette contrée
dont tu as souvent admiré l’image dans les musées. Que penserais-tu de Rotterdam, toi
qui aimes les forêts de mâts, et les navires amarrés au pied des maisons ? »
Mon âme reste muette.
« Batavia te sourirait peut-être davantage ? Nous y trouverions d’ailleurs l’esprit de
l’Europe marié à la beauté tropicale. »
Pas un mot. – Mon âme serait-elle morte ?
« En es-tu donc venue à ce point d’engourdissement que tu ne te plaises que dans ton
mal ? S’il en est ainsi, fuyons vers les pays qui sont les analogies de la Mort.
– Je tiens notre affaire, pauvre âme ! Nous ferons nos malles pour Tornéo. Allons
plus loin encore, à l’extrême bout de la Baltique ; encore plus loin de la vie, si c’est
possible ; installons-nous au pôle. Là le soleil ne frise qu’obliquement la terre, et les
lentes alternatives de la lumière et de la nuit suppriment la variété et augmentent la
monotonie, cette moitié du néant. Là, nous pourrons prendre de longs bains de ténèbres,
cependant que, pour nous divertir, les aurores boréales nous enverront de temps en temps
leurs gerbes roses, comme des refl ets d’un feu d’artifi ce de l’Enfer ! »
Enfi n, mon âme fait explosion, et sagement elle me crie: « N’importe où ! n’importe
où ! pourvu que ce soit hors de ce monde ! »



XXXV. LES FENÊTRES
Celui qui regarde du dehors à travers une fenêtre ouverte, ne voit jamais autant de
choses que celui qui regarde une fenêtre fermée. Il n’est pas d’objet plus profond, plus
mystérieux, plus fécond, plus ténébreux, plus éblouissant qu’une fenêtre éclairée d’une
chandelle. Ce qu’on peut voir au soleil est toujours moins intéressant que ce qui se passe
derrière une vitre. Dans ce trou noir ou lumineux vit la vie, rêve la vie, souffre la vie.


XLI. LE PORT
Un port est un séjour charmant pour une âme fatiguée des luttes de la vie.
L’ampleur du ciel, l’architecture mobile des nuages, les colorations changeantes de la
mer, le scintillement des phares, sont un prisme merveilleusement propre à amuser les
yeux sans jamais les lasser. Les formes élancées des navires, au gréement compliqué,
auxquels la houle imprime des oscillations harmonieuses, servent à entretenir dans l’âme
le goût du rythme et de la beauté. Et puis, surtout, il y a une sorte de plaisir mystérieux
et aristocratique pour celui qui n’a plus ni curiosité ni ambition, à contempler, couché
dans le belvédère ou accoudé sur le môle, tous ces mouvements de ceux qui partent et de
ceux qui reviennent, de ceux qui ont encore la force de vouloir, le désir de voyager ou de
s’enrichir.



Baudelaire "Le Spleen de Paris"

domenica 27 novembre 2011

free the robot

"Dunque non le libagioni, le feste ininterrotte, il godimento di fanciulli e donne, né di pesci e del resto che offre una mensa ricca, è fonte di vita felice, ma il ragionamento lucido che esamina le cause di ogni scelta e di ogni rifiuto, che allontana le false opinioni che causano i più grandi turbamenti dell'anima. Principio di tutto ciò e massimo bene è la saggezza. Per questo è più preziosa della filosofia, dalla quale provengono tutte le altre virtù, poiché ci insegna che non è possibile vivere felicemente senza vivere saggiamente, bene e giustamente se non anche felicemente. Le virtù sono connaturate alla vita felice, e la vita felice è inseparabile da queste."


"ma io credo che infondo ti piaccia la confusione, perche ha il suo fascino e il suo romanticismo, perche e´ben piu facile, nonostante le apparenze, e perche´porta ad uno stato emotivo sensazionale...
E credimi, ti capisco benissimo, la confusione e´stata centrale nella mia vita fino ad ora, e anche ora, e forse ancora per molto, perche fa parte di me, come di te, e come di molte altre persone cerebrali e romantiche e folli. Ma se cosi e´devi accettarlo, esserne cosciente e viverlo al cento per cento in maniera responsabile, e non come se tutto avvenisse per sbaglio malgrado la tua volonta."






"Quando siete coscienti delle vostre sofferenze e insoddisfazioni, ciò vi aiuta a sviluppare la vostra empatia, la capacità che vi permette di rapportarvi con sensibilità verso le sofferenze degli altri. Ciò aumenta la vostra capacità di provare compassione."

domenica 20 novembre 2011

a "garage" of globally rushing beauty


Ho imparato a conoscermi, ho imparato a confrontarmi con il mondo, a mettermi a nudo davanti ad esso. credo che le esperienze della vita, che si vivono sulla propia pelle, siano la migliore dimostrazione delle nostre capacita. il riuscire a percepirsi, a capirsi, a motivarsi, sia il punto di partenza per tutto per il resto che una persona puo effettivamente costruire, con consapevolezza.
è la consapevolezza che ora caratterizza il mio sguardo sul mondo, il mio farne parte. non voglio sentirmi slo un puntino in un disegno, in una macchina. non voglio pensare di finire in tomba vicino a tutti gli altri, tutti allo stesso modo.
 mi sento strana, mi sento come una foglia di un albero in autunno, che nel tragitto dal ramo al suolo fluttua nell aria, vivendo sensazioni diverse, vedendo paesaggi da diverse altezze, respirando odori che cambiano, temperaturare che scendono o si alzano. incontro altre foglie, mi scontrando con esse, o solo le sfioro.
in quel luogo, cosi dinamico, cosi vivo.. io continuo ad essere quella foglia, con dei punti di riferimento, quello di partenza e quello di arrivo,  il tronco dell albero, che e sempre al mio fianco durante la caduta (che rappresenta la mia famiglia, i miei amici di sempre, i miei luoghi, i miei ricordi)
ma resto comunque sola, me stessa, responsabile e determinante per qualsiasi azione e scelta.
Realizzare questo a volte mi terrorizza, mi fa pensare a quanto sia bello essere ancora vicini al ramo, essere bambini, e sapere di dover fare le cose che gli altri si aspettano,  senza realizzare che effettivamente le scelte prima o poi iniziano ad essere solo nostre, e nn potremmo piu solo contare sugli altri.
o si puo tentare di farlo, tanta gente secondo me continua a vivere appoggiandosi agli altri, ma forse non si ferma mai a pensare  a cosa realmente stia vivendo.

cosi accade in molte cose anche a livello piu macro, nella societa.
tante cose accadono semplicemente perche il sistema le crea. il modo in cui la nostra vita è impostata e il modo in cui siamo stati abituati a controllarla e attraversarla.
che ruolo hanno i poeti in tutto questo? sono loro che riescono a vedere la realta cosi com'è e nello stesso tempo  capiscono come potrebbe essere diversamente? oppure sono solo strane pedine che si perdono per strada e si avventurano in sentieri senza uscita? e prima o poi ritroveranno la giusta strada, e si adatteranno al resto, che per definizione è il solo modo di sopravvivere?
perche ho l impressione che il paradosso e la contraddizione siano così presenti e cruciali nel nostro modo di vivere?
sempre alla ricerca di un qualcosa migliore, sempre eternalmente insoddisfatti per quello che non si ha ancora, e allo stesso tempo si cerca di esser fieri di cio che si ha. questo continuo lasciare da parte la soggettivita, quello che realmente sentiamo e vogliamo, per immergerci in quello che dobbiamo e gli altri si aspettano da noi. questo continuo essere giudicati, classificati, messi in alto o in basso.
questo nostro bisogno di dare giudizi, voti, posizioni. dover dare il meglio, prevalere. mi accorgo che puo anche funzionare diversamente, e forse in questo nuovo modo si trovano molte piu opportunita di dialogo e confronto.
sentirsi parte di un gruppo piu ampio, scoprire che le altre persone pensano le tue stesse cose... è una scoperta fondamentale che il nostro modo di vivere ci sta facendo dimenticare di prendere in considerazione.

trovo assurdo che l' universita che faccio io sia strutturata con un sistema di voti. mi rendo conto che cio sia totalmente una pratica formale, fittizia. per rientrare nel sistema, nelle regole. nella macchina che fa funzionare il tutto.
ma in realta come posso ricevere un voto, su un lavoro di 15 pagine che ho scritto, che leggerà una persona, in un determinato momento del giorno, con un tipo di conoscenze sull argomento, con certi tipi di preferenze, di idee, di pregiudizi, di attese. come quella singola persona può giudicare l idea di un altra?
Credo fermamente che non sia in realta importante il risultato in se, ma il modo in cui lo si ha raggiunto. 

Mi sembra di star vivendo davvero in un sistema sempre più complesso..che richiede un mix di grandi conoscenze del passato, in tutti gli ambiti, in economi, diritto, politica, etc... ma anche una buona capacità di seguire il presente, perchè tutto accade ed evolve così velocemente... 
e non è facile neanche seguire ciò che succede, perchè abbiamo la possibilità di sapere tutto, per cui vogliamo sapere tutto, ma in realtà spesso ci mancano le basi per capire, o la capacità e l'apertura per farlo. 
allora ecco che si iniza a generalizzare, a parlare tanto per far vedere che ne sappiamo. 
e le parole possono cambiare i fatti, ognuno ne trae la propria interpretazione, o segue cecamente quella di altre persone. 

Per esempio la situazione ora in italia. 
ok, non c'è più berlusconi. evviva! non siamo più un paese marcio, ridicolo, buffo e da prendere in giro. 
però che sta succedendo?! ci siamo messi nelle mani, nel giro di pochissimi giorni, di persone che sicuramente sanno come funzionano le cose, a livello economico. 
e basta quello per dare fiducia alla gente. tutti sembrano così contenti per questo nuovo governo. 
certo, ci toccherà fare sacrifici, ma perchè?! perchè alcune persone hanno mal gestito i loro affari, hanno mandato in crisi milioni di altre persone. e ora sempre le stesse persone cercano di rimediare la situazione , cercando di far quadrare i conti, sulle spalle sempre di coloro che in tutti questi traffici non centrano nulla. come fosse una corsa a cavallo, in cui l'animale è il popolo.
il fantino lo sprona più che può. e se si distrae, e fa cadere il cavallo, è logico che poi cerca di finire la corsa chiedendo uno sforzo all'animale, che soffrendo porta il fantino al traguardo, perchè non ha scelta. perchè crede di essere lì per quello, per fare gare. 
dimenticando magari la sua natura di cavallo. 

ho paura. So che devo leggere e studiare di più se voglio capire in che mondo viviamo. e ce la sto mettendo tutta. ma continuo a trovare paradossi, contraddizioni.
anche per esempio nel movimento degli indignati. 
qui a ljubljana continuano a dormire in piazza a fare molte attività. io in queste ultime settimane mi sono un po' ritirata, non vado sovente, sia per il freddo, sia perchè inizio a domandarmi se serva effettivamente a qualcosa. o se tutto scemerà. E che cosa resterà dopo?!
E intanto continuo a vivere in una città meravigliosa, accanto a persone altrettanto valide, fantastiche. E mi sento bene, soddisfatta, dubbiosa, ma cosciente. 

"Ljubljana must become a "garage" of globally rushing beauty. 
This is a watchwords of a balcan nature"
Mesta v Mestu


venerdì 11 novembre 2011

Per capire gli sguardi, per l'impossibilità di ripudiare un'identità nazionale.

Cara Italia mia. Sei sempre tu, sempre così innocentemente viscida nei tuoi porchi giochi, così capace di nascondere l'evidenza, di trasformare la realtà. E di avere progetti e ideali così al di fuori delle regole del gioco. E io mi meraviglio di essere derisa, presa in giro, compiaciuta come Italiana in soggiorno in Slovenia. 

Tratto dal libro Italiani brava gente, di Angelo Del Boca: 
Nei soli Balcani erano presenti 650000 soldati, suddivisi in dieci corpi d'armata, mediocremente equipaggiati. 
Il ministro della cultura popolare, Alessandro Pavolini, nel suo consueto rapporto ai giornalisti, suggeriva il 2 maggio del 1941 di trattare con molto riguardo l'annessione all'Italia di Ljubljana: 
" Essa diventerà una Provincia nostra, provvista di una larga autonomia. Bisogna quindi da una parte rendere una giusta soddisfazione agli sloveni per quello che è il loro orgoglio provinciale e nazionale in un certo senso, e dall'altra parte far capire l'importanza di questa città, il grado di civilità che ha raggiunto"

Più di 50,000 sloveni o persero la vita o subirono gravissime offese da parte delle truppe di occupazione, nell'arco di appena due anni. 

Nella provincia di Lubiana, più che un'italianizzazione forzata, si è tentata un'operazione di autentica bonifica etnica, non soltanto confermata dall'altissimo numero degli uccisi e dei deportati, e dalle stesse dichiarazioni di alcuni degli alti ufficiali (generale Robotti: "Si ammazza troppo poco", maggiore Agueci: "Gli Sloveni dovrebbero essere amazzati tutti come cani e senza alcuna pietà") ma da una circolare n.3c, del primmo marzo 1942, a firma del generale Mario Roatta. Questa circolare, che stabiliva le modalità di contrastare e liquidare i ribelli in Slovenia e in Dalmazia, non soltanto ordinava il "ripudio delle qualità negative compendiate nella frase "bono italiano", ma contemplava l'incendio di case e di interi villaggi, la fucilazione degli ostaggi, la deportazione dei civili sospetti. Al punto IV, inoltre, stabiliva che "il trattamento da fare ai ribelli non deve essere sintetizzato dalla formula"dente per dente", ma bensi da quella "testa per dente" ". 

L'incitamento all'odio e al disprezzo-fra i soldati delle truppe di occupazione era molto diffusa la convinzione che le popolazioni slave fossero barbare e subumane- finiva per spingere gli italiani a svelare i loro più bassi istinti.

Il generale Robotti aveva manifestato molto ciaramente le proprie intenzioni ai suoi ufficiali: "A qualunque costo deve essere ristabilito il dominio e il prestigio italiano, anche se dovessero sparire tutti gli Sloveni e distrutta la Slovenia". 

La deportazione degli sloveni dalla provincia di Lubiana cominciava del giugno 1942. Secondo fonti slovene, interessò non meno di 35.000 persone, circa il 10 per cento della popolazione della provincia, e sarebbe continuata se l'armistizio dell'8 settembre 1943 non avesse mutato radicalmente la situazione dei Balcani. 

Nei lager italiani "Le persone morivano letteralmente nel fango e nella propria sporcizia[...], Queste condizioni indicavano chiaramente la volontà di pulizia etnica nella provincia di Lubiana". Il tasso di mortalità ad Arbe era del 19 per cento, ossia da campo di sterminio, e superava persino quello registrato nel lager nazista di Buchenwald, che era del 15 per sento. Le vittime, alle quali è stato possibilie attribuire un nome, sono 1495, ma fonti slovene fanno ammontare i morti a 3500, e altre a 4500. 

Processi e provvedimenti: 
Tutti quelli che si erano macchati dei peggiori delitti non soltanto furono consegnati alle nazioni che intendevano portarli in giudizio, ma non furono neanche processati in patria, nonostante l'evidenza delle loro colpe. 
[...]- L'Italia, per almeno tre anni, non rispondeva alle ripetutte richieste e pressioni, adottando un'ambigua strategia tesa soltanto a prendere tempo. Ma non basta. Nel 1946 il presidente del Consiglio De Gasperi annunciava la costituzione di una commissione di inchiesta presso il Ministero per la Guerra, presieduta prima da Alessandro Casati, poi a Luigi Gasparri, i cui lavori lentissimi si concludevano nel 1949. Ma, pur essendo stati definiti dalla Procura militare 39 presunti criminali di guerra, i processi non ebbero mai luogo. 
!!!!!! Non soltanto Roma di rifiutava di consegnare a Belgrado i personaggi sulla cui colpevolezza non esistevano dubbi, ma , in qualche caso, li aveva addirittura promossi, e se ne serviva ai più alti livelli. 

Cara Italia mia. Sei sempre tu, sempre così innocentemente viscida nei tuoi porchi giochi, così capace di nascondere l'evidenza, di trasformare la relatà. 
E io mi meraviglio di essere derisa, presa in giro, compiaciuta come Italiana in soggiorni in Slovenia. 

domenica 6 novembre 2011

quoting on Sunday evening

Abbi una vita anziché una carriera. 
Mettiti sotto il riparo del buon gusto. 
La libertà vissuta ti compenserà di alcune perdite [...].
Se non ti piace lo stile degli altri, coltivane uno tuo.
Cerca di conoscere i trucchi della riproduzione, sii editore di te stesso
anche nelle conversazioni, e allora la gioia del lavoro potrà riempire le tue giornate".
1987 Gyorgy Kondrad



Someday it may be possible to
be born, go from preschool
through college, get a job,
date, marry, have children...
get a divorce, advance through


a career or two, receive your

medical care, even get arrested
,tried and jailed; live a
relatively full life of culture
and entertainment, and eventually
die and be given funeral
rites without ever leaving a
particular mall complex -
because every one of those
posslbilities now exists in
some shopping center some-
where."
William Kowinski, The malling
of America William Morrow &
Co Inc, 1985)




‎"Uomini e donne cercano gruppi di cui poter far parte, in modo certo e imperituro, in un mondo in cui ogni altra cosa si muove e cambia, in cui nell'altro è sicuro".

Eric Hobsbawn


"Chi sogna di giorno conosce molte più cose che sfuggono a chi sogna solo di notte"Edgar Allan Poe. 

giovedì 3 novembre 2011

bovec- plezzo in italiano

Posti meravigliosi, al confine sloveno con l' Italia .
Vette sopra le nuvole, il bianco della neve e finalmente un po' di sole.
Una piccola e intensa parentesi dal grigiore di Ljubljana. 
lì dove guerre, tensioni, uccisioni, vittorie e giochi politici si sono consumati. 
La natura ha la meglio su tutto, sempre.  





complex system

E se fosse lo stesso come per tutte le discipline? voglio dire gli antropologi studiano la cultura, e la differenza. ma quelle stesse persone nella vita di tutti i giorni hanno quasi timore di usare la parola cultura, o etnia, o società .. perchè tutto prende un aspetto così ricercato ,studiato, teorizzato.
Assistere ad una conversazione tra studenti di antropologia sulle differenze comportamentali tra israeliani e europei, o di approcciarsi allo straniero tra un asiatico e un americano... significa assistere anche a pieni momenti di silenzio, nei quali si misura il peso del termine che si sceglie e quale impatto potrebbe avere sugli altri...
arrivando spesso al punto di evitare questo tipo di soggetti...
continuando a illuderci che ciò che è da studiare rimane nei libri, mentre invece ci sono persone che vivono la differenza culturale ogni giorno sulla loro pelle e si inventano un modo per affrontarla, senza troppe seghe mentali, e sicuramente con più successi concreti.

cosi la stessa cosa avviene per l'economia, la politica... e le persone che studiano ciò.
non riescono ad uscirne fuori, per osservare la loro disciplina dall'esterno, e capire che è fatta di costruzioni che stanno in piedi perchè sono state teorizzate, ma che non appartengono necessariamente al nostro mondo, sono pilastri che possono essere modificati, arrotondati.
"l'economia" o la "politica" per eccellenza come le concepiamo oggi non sono le basi di quelle discipline.
ci sono altri modi per applicarle, e questo sembra che lo abbiano capito tutti, tranne proprio coloro che vi stanno dentro, che in teoria sono i soli che possono davvero cambiarne le carte, dato che hanno conoscenze specifiche.

oh, oh... dove andremo a finire,
mi sembra solo che più scopro e conosco più mi sento ignorante.

Il paradosso più grande nel nostro attuale sistema complesso chiamato presente.

martedì 1 novembre 2011

Boj za (fight for...)

La "rivoluzione slovena" ha luogo da ormai più di 2 settimane, esattamente da 18 giorni, nella piazza davanti alla Borsa di Ljubljana. 
La prima curiosità da raccontare, può essere interpretata come un riassunto di ciò che sta avvenendo.... 
Il 15 ottobre, data dell'importante manifestazione per il GLOBAL CHANGE 5000 persone si sono ritrovate a cantare, camminare, ascoltare, discutere, sorridere e gridare in Piazza Kongresni, la più importante nel centro di Ljubljana. Dopo un paio d'ore , quando ormai il freddo si faceva sentire, 1000 manifestanti hanno sfilato lungo slovenska cesta, fino ad arrivare nella piazzetta porticata difronte al palazzo della Borsa. 
Il termine sloveno per indicare quest'edificio così simbolo del presente finanziario nel quale ci stiamo trovando nostromalgrado, è BORZA. Nel fervore ed emozione per ciò che stava finalmente avvendendo in un paese come la Slovenia, alcuni studenti hanno appoggiato maldestramente uno striscione alla facciata, facendo cadere accidentalmente la lettera R della scritta in caratteri dorati. 
Nei giorni successivi si è riempito quel vuoto con una J fatta di cartone, così che la scritta è diventata "BOJ ZA" che vuol dire "lottare per"... 
geniale, no?! 
cosi quello è diventato lo slogan della nostra seconda casa attuale, ci passiamo molto tempo, tutto quello che ho libero...
Ho dormito la prima sera li, con un freddo assurdo, qui a ljubljana le temperature sono vicine allo 0 già da un paio di settimane, si gela davvero, è inverno inoltrato qui nell'est. 
Eppure le tende sono aumentate da 6 a 30, la gente continua a rimanere la notte lì, ma a turni di 4 ore ciascuno, perchè altrimenti l'umidità e il freddo diventano difficilmente resistibili. Abbiamo fatto crescere il campo organizzandolo al massimo, per ogni tipo di evenienza e necessità. 
Ci sono 3 tende militari grandi, una di loro contiene la cucina, cioè dei bollitori, pentole, dove a turno la gente prepara minestre e piatti caldi, dove si raccoglie tutto il materiale che la gente porta. Infatti già a partire dal secondo giorno di occupazione, c'erano signore anziane, famiglie con sacchi pieni di cibo per noi...coperte, sacchi a pelo ,ombrelli, the caldo...
una solidarietà incredibile, che si ha la possibilità di vedere descritta in libri, articoli, soprattutto attualmente, ma che vi giuro è cosa diversa e più diretta da vivere sulla propria pelle. Osservare questo tipo di automatismo della natura umana realizzarsi cosi spontaneamente mette fiducia, fa sorridere e abbracciare la gente che si ha accanto. 
Ciò è proprio quello che sento ogni volta che resto un po' di tempo in quella piazza, sento affetto, sento comunione, sento sofferenza, sento ideali, sento paura e fiducia allo stesso tempo. 
Ma continuiamo con ordine con la descrizione... in tutte le tende ci sono stufe elettriche e i funghi che si trovano normalmente nei bar... cosi ci si può scaldare un po', seduti su delle travi di legno o delle panchine offerte gentilmente dal sindaco di ljubljana (che si sta candidando alle elezioni nazionali, e qui è detto tutto). 
Si passano molte sere li dentro, a parlare, a discutere, a riassumere i workshop, a condividere esperienze... non importa da arriva la gente, che lingua si parla. C'è un'apertura sorprendente, che però credo che sia più legata al popolo sloveno che alla situazione in sé. Comunque sia, in tutte le attività se c'è almeno una persona che non parla sloveno, viene fatta la traduzione simultanea o a gruppi in inglese, anche le conversazioni in inglese, e non importa che due amici che fanno parte del cerchio debbano scambiarsi accendino e the, communicano anche tra di loro con una semplicità e naturalezza stupefacente. 
Nella seconda tenda c'è "the press", quindi connessioni a internet che viene scroccata dal bar della piazza, altri pc con chiavette prese in prestito da un negozio internet, coperte, sacchi a pelo che si scaldano,.. è insomma la tana per i giornalisti, per chi ha bisogno di tranquillità per postare un video, delle foto, per organizzare interviste o riprese. 
La terza tenda è più vuota, ed è pensata per ospitare i workshop in caso di pioggia o di freddo estremo. 
ogni giorno vengono fatti dei worshop, a partire dalle 11 fino alle 20. sono ormai inziati diversi tipi di discussioni:
- sui lavori sociali: cioè studenti di social work si mettono a disposizione per ascoltare le persone che hanno difficoltà, come ad esempio persone anziane a cui è stata tolto il sussidio o la casa che prima era pagata dallo stato, e ora si ritrovano inermi senza punti di riferimento e mezzi a cui aggrapparsi. allora si cerca di trovare delle soluzioni, di indirizzarli in precise direzioni. ci sono anche degli studenti che studiano diritto, giurisprudenza. da un paio di giorni hanno messo a disposizione anche un telefono, che rimane nella tenda tutto il tempo, a cui la gente può semplicemente chiamare se non se la sente di andare di persona in piazza. 
questi studenti stanno organizzando anche altre attività in istituzioni della città, come ad esempio un teach-in nell'ospedale psichiatrico, per poter incontrare i pazienti, parlare con loro, toccare con mano la situazione nella quale vivono, che è ancora molto diversa da quella creata dalla rivoluzione messa in atto da Basaglia 40 anni fa. Qui è ancora molto difficile uscire da questi ospedali, e sono pochi quelli che vengono affidati ai servizi sociali o a delle cooperative per cercare di essere re-integrati nella società. 

-In un altro workshop si discutono temi più economici, come il capitalismo finanziario, la crisi economica, le alternative, il precariato e i lavori a tempo determinato. Lo portano avanti quelli del "rog center", il centro sociale di cui faccio parte. Tra di loro c'è un professore molto conosciuto in Slovenia, Andrej Kurnic , e anche David, un ragazzo americano, che sta facendo un Master internazionale in immigrazioni, e che ha un debito personale con le banche americane di 20,000 euro per essersi fatto prestare i soldi necessari per studiare 3 anni in un' università americana.  Loro discutono sulla situazione attuale dell'economia, cercando di configuare nuove alternative, anche mettendo a confronto i diversi discorsi che vengono realizzati nelle altre 1000 piazze occupate al momento. Nel frattempo organizzano azioni nelle banche di ljubljana, questo è il link per il video dell'azione a cui ho preso parte anche io  (http://www.youtube.com/watch?v=2ZScxnDqTv0&feature=player_embedded). 

Lo scopo di questi interventi è di entrare a gruppi numerosi nelle banche, restare nel centro delle hall, e con il megafono parlare a turno, raccontando la nostra situazione personale, spiegando perchè siamo scesi in piazza, perchè non siamo daccordo con il sistema finanziario attuale, quali sono i nostri disagi e le nostre richieste. Si fanno almeno due azioni a settimane di questo tipo. 

-  Un altro workshop che viene portato avanti il lunedi, mercoledi e venerdi, riguarda il consumo di droghe e alcool. sia nella dimensione comunitaria del nostro camping in boj za, sia a livello nazionale sloveno e globale. 
Si è votato per l'assoluto divieto di alcool e sostanze illegali sulla piazza, per non dare motivo all'opinione pubblica , ai media, alle istituzioni e ai politici di attaccare il nostro movimento, che può facilmente essere scambiato come un modo trovato per costruire uno spazio comune di party e cazzeggio. A volte circolano comunque bottiglie di rakkia (grappa balkanica), che serve per tenere al caldo , o almeno dare quell'impressione, coloro che sono incaricati dei turni di guardia notturni alla piazza, che vanno dalle 23 alle 3, e poi dalle 3 alle 6.  
Per quanto riguarda il livello nazionale, si sta organizzando un SMOKE IN  all'interno dei locali del ministero della salute. Il programma è quello di entrar in gruppo e di accendersi allo stesso momento diversi spinelli di marjuana, per insistere sulla lotta alla penalizzazione e criminalizzazione delle droghe leggere in slovenia. (qui non esiste alcuna dose personale, ma comuque moltissima gente coltiva, fuma, compra e vende. Come in qualsiasi altro paese del mondo direi) . La consumazione di marjuana è quindi considerata come un tratto presente e persistente nella nostra società attuale.  Bisogna riuscire a far imporre i nostri diritti, spiegare le posizioni della gente e ottenere in qualche modo una sorta di liberalizzazione. Smettere di far finta di niente e riconoscere che questo tabù sulle droghe è  in fin de conti uno dei più cruciali aspetti che caratterizza la vita dei giovani,  i traffici economici illegali e la corruzione. Con che scusa si può continuare a chiudere gli occhi davanti a questo scandalizzante discorso?!

Per continuare con la presentazione degli incontri settimanali, c'è un workshop che si occupa delle elezioni politiche che avranno luogo il 4 dicembre. Si discute quindi quale strategia scegliere per boicottare il voto: non andare a priori a votare? consegnare scheda bianca? andare a prendere le schede, registrandosi, e poi portarle in un 'urna nella piazza della borsa? 

Alle 10.00 e alle 18.00 ogni giorno ci sono le assemblee generali, per fare il punto della situazione, fare un riassunto di ciò che è accaduto nelle ore precedenti, raccogliere opinioni e idee su come continuare la resistenza e l'occupazione, che con il freddo, la pioggia e la neve sta diventando sempre più ardua e stancante, anche se l'entusiasmo, le iniziative e il coinvolgimento della gente e dei media aumentano di giorno in giorno, davvero. 
Non si era mai visto un movimento cosi in slovenia almeno sicuramente per quanto riguarda la sua storia Nazionale, che ha avuto inizio nel 1991. 

Ciò che rende straordinario il movimento in Slovenia sono le sue piccole dimensini. Qui tutto è più ristretto, più intimo e quindi tutto riesce ad essere più concentrato, ben connesso e non dispersivo. Cosi come sostiene Krugman, parlando di sistemi complessi nella società attuale : " Local, short-range interactions can create large-scale (self organizing) structure" . 
Per questo i media sono sempre presenti in massa, seguono tutto quello che succede in piazza, si mobilitano per organizzare trasmissioni tv, interviste radio, piccoli filmati. questo è il link dove potete ascoltare l'intervista che Radio Koper (Capodistria) mi ha fatto per telefono on live venerdi scorso http://tvslo.si/predvajaj/il-vaso-di-pandora/last.radio.il_vaso_di_pandora


Sono davvero entusiasta qui, perchè davvero si è creato uno spazio di dialogo, incontro, che trovo sia fondamentale per poter vivere al giorno d'oggi e capire da che parte siamo girati e dove stiamo andando, invece di isolarci con le nostre singole lamentele, non sapendo che i nostri timori , ansie , sono identici a quelli di tutti. 
Ed è buffo e in contraddizione il fatto che proprio i social network, che hanno avuto un ruolo così fondamentale per l'organizzazione, la condivisione delle idee in questo global mouvement, siano poi alla fine ciò che ha anche creato questa voglia di scendere in piazza, di unirsi, stanchi di stare isolati davanti ad uno schermo e vivere virtualmente. 
Si naviga, si chatta, si hanno dibattiti sui wall anche dalle piazze, ma si fa tutto questo uno vicino all'altro ,come sto facendo io ora, sentendo il calore delle persone, sentendone i discorsi, le risate, le lamentele... 

Che bella cosa la condivisione. 
Buona rivoluzione, interna, personale, a coppie, gruppi o globale che sia. 
Giulia






mercoledì 19 ottobre 2011

NON SIAMO SOGNATORI - Slavoj Žižek



 


Non siate narcisiti e non innamoratevi dei bei momenti che stiamo passando qui. Le feste costano poco, la vera prova del loro valore sta in quello che resta il giorno dopo. Innamoratevi del lavoro duro e paziente; siamo l'inizio, non la fine. Il nostro messaggio di fondo è: il tabù è stato violato, non viviamo nel migliore dei mondi possibili, siamo autorizzati e addirittura costretti a pensare a possibili alternative, La strada davanti a noi è lunga e presto dovremo affrontare le questioni più difficili: non ciò che non vogliamo, ma quello che vogliamo davvero. Quale organizzazione sociale può sostituire il capitalismo? Come dovranno essere i nuovi leader? Le alternative del ventesimo secolo non hanno funzionato.

Non prendetevela con ii comportamenti delle persone; il problema non sono la corruzione e l'avidità, il problema è il sistema che spinge le persone a essere corrotte. La soluzione è cambiare un sistema in cui la vita delle persone comuni non può funzionare senza Wall Street. Attenti non solo ai nemici, ma anche ai falsi amici che fingono di sostenerci na sono già ala lavoro per indebolire la nostra protesta. Un po' come il caffé senza caffeina, la birra senza alcol, il gelato senza grassi: cercheranno di trasformarci in un'innocua protesta morale.

Ma la ragione per cui siamo qui è che non ne possiamo più di un mondo in cui per sentirci buoni basta riciclare le lattine di coca Cola, dare un paio di dollari in beneficenza o comprare un cappuccino da Starbucks destinando all'1% al terzo mondo, Dopo aver esternalizzato il lavoro e la tortura, dopo che le agenzie matrimoniali hanno cominciato a esternalizzare perfino i nostri incontri sentimentali, ci rendiamo conto che per troppo tempo abbiamo pemesso si esternalizzare anche il nostro impegno politico. E vogliamo riprendercelo.

[...]Noi non siamo comunisti, se il comunismo è il sistema crollato nel 1990: e ricordate che i comunisti ancora al potere oggi dirigono il sistema capitalistico più spietato (in Cina). Se siamo comunisti lo siamo solo nel senso che abbiamo a cuore le risorse comuni - quelle della natura e della conoscenza - minacciate dal sistema. Vi diranno che state sognando, ma i sognatori credono che le cose possano andare avanti all'infinito così come sono, e si accontentano di qualche ritocco. Noi non siamo sognatori, siamo il risveglio da un sogno che si sta trasformando in un incubo.
Conosciamo tutti la scenetta del cartoni animati; il gatto raggiunge il precipizio ma continua a camminare, come se avesse ancora la terra sotto i piedi. Comincia a cadere solo quando guarda in basso e si accorge dell'abisso. Noi ci limitiamo a ricordare ai potenti che devono guardare in basso.




Ma il cambiamento è possibile? Oggi il possibile e l'impossibile sono distribuiti in modo strano. Nel campo delle libertà personali, della scienza e della tecnologia, l'impossibile diventa senpre più possibile (o almeno così dicono): possiamo godere del sesso nelle sue forme più perverse, possiamo caricare interi archivi di musica e film, possiamo viaggiare nello spazio, possiano aumentare le nostre capacità fisiche e psichiche intervenendo sul genoma, fino al sogno di ottenere l'immortalità trasformando la nostra identità in un software.
Nel campo delle relazioni sociali ed economiche, invece, siamo continuamente bombardati da un "non potete". Non potete compiere atti politici collettivi (perché inevitabilmente finiscono nel terrore totalitario), non potete restare aggrappati al vecchio stato sociale (perché fa perdere competitività e provoca la crisi economica), non potete isolarvi dal mercato globale. Forse è arrivato il momento di invertire le coordinate di ciò che è possibile e impossibile. [...]

Il discorso è stato pronunciato dal filosofo con la pratica del mic check e ripetuto coralmente dai manifestanti di Occupy Wall Street a Liberty Plaza, New York, il 10 settembre 2011, http://youtu.be/eu9BWlcRwPQ .

Il testo integrale è pubblicato da "Verso Books", Gran Bretagna:

http://www.versobooks.com/blogs/736-slavoj-zizek-at-occupy-wall-street-we-are-not-dreamers-we-are-the-awakening-from-a-dream-which-is-turning-into-a-nightmare- .

In italiano, tradotto da Giuseppina Cavallo, su "Internazionale" n. 919.


Sul movimento Occupy Wall Street e sul mic check ha scritto Claudia Bernardi: http://www.alfabeta2.it/2011/10/12/occupy-wall-street-occupy-usa/ .

Slavoj Žižek, filosofo. La sua pubblicazione italiana più recente è Vivere alla fine dei tempi (Ponte alle Grazie, Milano 2011).

martedì 18 ottobre 2011

Do You Suffer From Decision Fatigue?