martedì 23 novembre 2010

antropologia di me stessa

è notte.
e io mi perdo in rete, in testi di antropologia, in critiche, definizioni, esempi, racconti.
leggo ..e nel mentre non riesco a smettere di pensare.
penso alle persone che hanno scritto quei testi, ai testi che a loro volta hanno letto, a come le loro idee si sono formate, quanto pesa in questo processo la formazione che hanno ricevuto, quanto la vita che hanno vissuto, quali gli interessi che hanno potuto coltivare, chi sono le persone che hanno incontrato, quali sono stati i discorsi che hanno fatto ...
penso anche a cosa potranno servire a me queste letture, le idee che diventano a questo punto concetti da imparare, teorie da memorizzare e da utilizzare quando ne avrò bisogno ...
e quando ne avrò bisogno? quando dovrò a mia volta scrivere delle cose, trovare esempi, formulare teorie... e a questo punto le teorie saranno davvero mie?  e su quali argomenti mi concentrerò?
quanta è vasta l'antropologia? quanto tutto diventa infinito se iniziamo a prenderlo come oggetto dei nostri pensieri, dei nostri dubbi, delle nostre riflessioni?

tutte queste domande possono in qualche modo riassumere il periodo che sto vivendo...

alla ricerca di qualcosa, di risposte, di scelte. Una continua analisi, di ciò che incontro, di ciò che penso.
Come se guardassi al trovar un po' di stabilità .. il che è contraddittorio rispetto a tutto quello che finora ho scelto. Sono a metà del periodo che mi è stato assegnato a Barcelona. Si hanno sempre troppe cose in testa quando si è a metà.

Un' altra motivazione potrebbe essere che sono alla continua ed estenuante ricerca di un argomento della mia tesi, che potrebbe essere legato ad una prossima scelta futura, alla quale ne seguiranno altre , sempre legate tra loro. Tutto ciò mi impedisce di concentrarmi su una singola cosa, come quando leggo un testo.
Così il pensiero di una scelta importante, mi ricorda che non influenzerà solo una scelta di carriera, ma anche di vita...
tornerò mai in Italia? O ora che ho spiccato il volo non mi sazierò mai?
è normale a tratti, per intervallare o incasinare ancora di più le spirali che ho nella testa, provare una fortissima malinconia?
Malinconia della mia famiglia, della casa in cui sono cresciuta, dei posti di sempre, della gente di sempre ...
a volte insieme a questa sensazione forte di mancanza, mi faccio prendere da un terribile senso di colpa, che accompagna quello di totale perdita della cognizione.
Che cosa in realtà conta nella nostra vita? La ricerca inesauribile di altro, di nuovo, di incomprensibile, oppure la dedizione a ciò che abbiamo costruito con il tempo, con tutto noi stessi?
tutto arricchisce ... e forse lo stanno facendo anche tutte queste domande che mi sto ponendo in questo periodo..
Sento di star maturando molto, ma non in senso elogiativo, ma esattamente come fa un frutto, che cambia colore, cambia di consistenza ... senza necessariamente stabilire se lo stato (colore, consistenza, gusto) nuovo sia migliore di quello precedente.

e tutto sommato mi piace questa fase.