domenica 18 settembre 2011

stereotipata insoddisfazione

Ho appena visto "Eat, pray, and love". Un buon insieme di romanticismo forzato, di dimenticanze e banalità hollywoodiane e di stereotipi in ogni elemento presentato.
Sarò diventata troppo cinica e critica, ma non riesco più ad apprezzare questo tipo di film. Il dettaglio mi prende troppo, e inizio a farne un'inutile analisi razionale.

Magari è come accade per i cartoni animati, ad un momento scatta la molla per cui tutti i doppi sensi, le battute e le storie assumono un altro valore... e inevitabilmente li si guarda con altri occhi.

Ok, dire di essere ormai oltre i film americani che fanno al giorno d'oggi un sacco di incassi può apparire un po' troppo lusinghiero e ambizioso, ma questo film in modo particolare parla di partenze, di viaggi, di conoscenze, di rapporti e incontri nuovi , di malinconie, affetti lontani e ricerca di se stessi, quindi aspetti che credo di conoscere. Parla anche di equilibrio, parla di egoismo, parla di ambizioni e delusioni.
Insomma, un tipico esempio di film che può toccare la vita di chiunque, e quindi l'ha fatto anche con la mia.
In continua ricerca di un qualcosa, in imperterrita insoddisfazione e nello stesso tempo in straordinaria capacità di assimilare momenti e sensazioni. Passeggere si, ma forti e indimenticabili.
Nel mio presente sto dedicando questo mese settembrino alla mia famiglia.
Sto respirando a polmoni divaricati più aria e affetto che posso.
Non sarà mai abbastanza per rincuorarmi nelle domeniche mattina lontano da casa. Ma è già un buon trampolino di lancio per buttarmi di nuovo, in un'altra avventura, per un altro anno, dopo un'estate passata a trotterellare di qua e di là, mossa dalla paura di fermarsi, dal timore del rimorso, dall'indecisione e insicurezza.
Credi che quest'estate il mio equilibrio si sia perso o nascosto, quello tanto ricercato da Julia in questo deludente film. O meglio credevo di averlo in pugno, sforzandomi di concentrare la mia attenzione verso altri poli. Risultato: perdita totale di sicurezza e confusione per quanto riguarda valori, progetti, obiettivi e risultati.
Un classico direi. Ma fortunatamente sento di non necessitare visioni edonistiche come quelle hollywoodiane, ma cercare la cura migliore negli affetti alternata al rischio e solitudine.
E domani tolgo il giudizio. Sperando che non mi affetti solo fisicamente.