domenica 17 ottobre 2010

tela, lana e seta.

domenica mattina di metà ottobre,
ancora una volta m verrebbe da parlare del tempo, perchè siamo in un periodo dell'anno in cui tutto è instabile, in cui non si capisce come bisogna uscire di casa vestiti, se si possono ancora azzardare i pantaloni di tela o se non si esagera con gli stivali e la sciarpa di lana... non è che siano problemi esistenziali, certo. ma è anche divertente, rende lo spettacolo della gente che si incontra vario e interessante..
sono appena uscita di casa per farmi una passeggiata...cosa che faccio sovente appena sveglia, soprattutto quando non so bene se ri-uscirò ancora durante la giornata.. mi serve per prendere aria, per svegliarmi, per ricordarmi in che posto magnifico vivo .. per pensare ... e anche per vedere che tempo e temperatura fa.
abito nel centro di barcelona, di fronte a casa batlò, quella di Gaudì.
bene, scendere le scale e capire che si è in spagna non è così immediato. si possono sentir parlare tutte le lingue immaginabili, vedere appunto svedesi in pantaloncini corti, o greci con il cappotto, americani con il bicchiere di sturbucks, italiani con la cartina aperta che urlano per mettersi d'accordo sulla direzione da prendere.
ci sono gruppi di giovani giovani in via di ripresa dal sabado noche catalano, gruppi di amiche sulla quarantina in fuga dalla quotidianità e alla ricerca del tutto è concesso, famiglie allegre che riscoprono gli affetti grazie ad una camera di albergo e niente piatti da lavare dopo cena.

gli alberi cambiano, gli alberi da qualche giorno qui a barcelona sono diventati più rossicci, a parte le palme, e di conseguenza anche i colori degli abiti indossati dalla gente sembrano inseguire il pandan... marroncino, bordeaux, nero, arancione... i colori del'autunno. insomma. colori a cui associo castagne, caminetto, campagna, famiglia, cioccolata calda. e tutto questo con domenica mattina, be, mi mette malinconia ecco.

sì, forse è questo il sentimento che provo in questa domenica mattina. in più ho dei dolori allora stomaco, colpa dei giorni precedenti sicuramente. giorni pazzi, giorni fuori dalla norma, in sostanza giorni passati con quegli strani elementi dei miei ex coinquilini di casa fiorano. raccontarli diventerebbe un problema per quanto riguarda la ricostruzione cronologica dei flash che ho immagazzinato nella mia testa...
ma posso accennare a quel bar in gracia, così affollato, così intensamente impregnato del fumo delle sigarette accese ... ma che serviva vasi di birra a 2 euro con tapas inclusa.. e che tapas .. così dai che bevi per poter mangiare subito dopo ... io , noi, con iolanthe l'australiana e sandi lo sloveno. poi ristorante italiano, per non farsi riconoscere neanche a barcelona. e via di aperitivo a buffet .. e negroni. ( che contiene già nella parola in sé la coniugazione al plurale, maledetto).
risate, discorsi , ritrovarsi seduti in cerchio in placa catalunya con cerveza e samosa che arrivano esattamente quando li vorresti ... il freddo che dopo un po' ha la meglio e collabora con la stanchezza per ritrovare il letto.

la sera dopo non si smentiscono i cari in traferta. li raggiungo dopo 4 ore di lezione serale al lontano campus dell'autonoma, e così prosegue con il bar a chupito, concerto al museo si concerto no. .. no, perchè il domino ha avuto la meglio. camminare per le strade senza meta, megalocale ?si, sangria. perfetto. e così ci ritroviamo ad un tavolo, in posto affollato ... ma riusciamo a concentrarci sui nostri discorsi, in italiano, in spagnolo , in francese.... si tocca la politica, quella europea, quella italiana, francese. si alza la voce, ci si innervosisce, si ride, ci si confronta. e così si finisce la serata da me, nel mio adorato appartamento che neanche la notte dorme. si aspetta il sole che sorge così, divorati dai divani e divorando a nostro turno pizze surgelate. in quei momenti dove la temporalità non assume importanza, si vive quel momento, e quelle persone che lo condividono con noi. Certo non si pensa neanche ai dolori di cabeza e di stomaco che si avranno il giorno dopo, quando mi sarei svegliata dopo pochissime ore di sonno nel piccolo laboratorio di fotografia di pedro, prestatami come stanza temporale mentre la mia era occupata dai 4ospiti.
 Mi sveglio disturbata da piccoli pizzicotti  nelle gambe e sui piedi ... che scoprirò poi in seguito essere dei piccoli insettini che vivono tranquillamente in quella stanza, dai quali il mio coinquilino ha ormai acquisito l'immunità.
fantastico ...

incominciare la giornata con un nervosismo assillante non è buona cosa, soprattutto se c'è gente con la quale devo relazionarmi .. ma ci ha pensato il caffé, il sole e montjuic a risolvere la situazione. placa d'espagna, il castello, il museo di miro, il belvedere ...questa splendida città ai nostri piedi, così bianca, eppure così' non uniforme.
mi incanta, mi avvolge. credo che però non sia facile vivere sempre così a stretto contatto con una realtà turistica come quella di barcelona. il turismo porta ad inseguire ciò che non è normalità, l'essere in viaggio spinge all'esagerazione, porta al non lasciarsi scappare nulla, al non fermarsi mai.
e invece io in questa domenica di metà ottobre scelgo di fermarmi. ma per fare che? che si fa quando ci si ferma un po'? si pensa? si scrive? ... e poi? cosa si fa in una domenica autunnale? si passeggia tra le foglie che cadono per terra, si beve del the ... si sta con le persone che si amano.
forse è per questo che esiste questa stagione ... dopo il turbine troppo superficiale estivo .. ci si ferma per riscoprire la calma, apprezzarla ...

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