sabato 26 febbraio 2011

italianka in ljubljana

Guardo i video dei massacri in libia e delle fosse comuni che scavano sulle spiagge... mi accorgo leggendo il Le monde.fr che le notizie sono diverse, danno dati più concreti della percentuale di territorio  che inizia ora ad essere controllato dall’opposizione.
Dicono anche che i morti sono 620, mentre la repubblica scrive a caratteri cubitali “più di 10 mila morti e 50 mila feriti”.
Quanto sono diverse le informazioni che ci arrivano, quanto sono relative...
Comunque sia..il mondo continua a muoversi, la terra a girare su se stessa, e attorno al sole... i potenti ad ingannare, la gente a sfogarsi, chi inizia a non sopportare più la situazione e si ribella... altri continuano ad osservare e altri ancora a vivere la propria vita come se niente fosse.
Io non so bene in che categoria mi inserirei, ma sono qui, con il proposito di parlarvi di me, ancora una volta.
Sono a Ljubljana.
Sono al procinto della mia terza esperienza all’estero, nel giro di questi ultimi tre anni.
Ho notato oggi che ho fatto un escalation verso il meno caro, dalla francia all’Italia, poi alla Spagna per poi arrivare ora alla Slovenia.
Lo so che non è la prima cosa da dire, ma mi è uscita così questa idea..
Comunque... wow.
La mia avventura è incominciata alla stazione di Venezia Mestre.
Raggiungo la stazione degli autobus lì vicino, e mi dicono che devo andare di fronte alla stazione, dove partono i bus per la slovenia.. vado, cerco qualche cartello, ma niente. 
Allora chied all’ufficio informazioni della stazione e mi dicono “a si, so che ci sono bus per la slovenia, esci fuori e lo troverai!” . allora esco, cerco... niente... aspetto, chiedo a due signore anziane, che mi dicono di star tranquilla che arriverà... il tempo passa, finché non fermo due ragazzi giovani che non sembrano parlare italiano ... improvvisamente mi prendono le valige,e iniziano a correre! Dopo un piccolo momento di panico capisco che stanno inseguendo un mini bus che stava partendo... e non riusciamo a fermarlo. Ma un uomo grande e grosso, in cappotto nero che non parla nè inglese nè italiano, ci chiede dove voglio andare, e al sentire “ljubljana” mi fa segno di salire sul piccolo van e mi carica le valige. Voilà ... mi ritrovo in questa grande macchina con tre donne slovene, tra cui una che scoprirò più tardi parla italiano...
Parto, senza essere sicura di andare veramente a Ljubljana, niente fa della macchina in cui sono un “mezzo di trasporto comune” ... attraversiamo la campagna, nei miei film mentali mi vedo confiscata in un garage con attorno a me gente che parla solo sloveno, e che ride ... come mai hai scelto la slovenia per andare a studiare? Vedi che fidarsi dell’istinto a volte inganna e sorprende?
Be, ammetto che antropologicamente parlando non sono assolutamente i migliori pensieri da avere appena si entra in contatto con un’ altra cultura... ma spesso i pensieri si creano senza che noi possiamo fare troppa resistenza, ancorandosi ai pregiudizi .. poi credo che sia anche il clima di terrore che mettono i media italiani su questi punti, ragazza violentata di qua, sequestro di là, analisi, moventi, interviste.. si ha così l’impressione di poter vivere una trama da film come protagonisti da un momento all’altro...

Bref, alla fine arrivo a ljubljana, dopo solo 2 ore e mezzo d viaggio e 25 euro di ticket...
C’è il sole, l’aria è pungente. E io mi ritrovo davanti alla stazione, con le mie due valige, il mio cappello e guanti mai usati nel mite inverno barcelonese.
E ora?!
Prima di attivarmi, mi fermo a pensare ai primi momenti nelle nuove città.. a lyon ho l’immagine di me con il mio grande zaino che guardo la macchina dei miei genitori partire, e le lacrime scendere involontariamente. Barcelona quando alle 5 del mattino camminavo per calle disputacion in attesa del risveglio di Noemi, che mi ha ospitato senza nemmeno conoscermi. E ora lì ...
La differenza più grande di Ljubljana rispetto alle esperienze passate consiste nel fatto che qui non ci avevo mai messo piede. Non conoscevo nulla di questa città, poche volte me l’ero immaginata.

Le prime impressioni sono state: il freddo, il numero di gente che camminava con cibo del mc donald in mano (può darsi perchè effettivamente ero attaccata ad un mcdonald) , giovani in stile punk o molto shanti, l’altezza delle persone, quei pochi che fumavano gettavano il mozzicone nello spazio apposito nelle spazzature.
Dopo esser rimasta un po’ all’aria aperta.. ad osservare la gente, l’architettura, le macchine, le insegne, al momento in cui mi sono resa conto che il freddo può arrivare anche a congelare la mente tanto ti pone in a lazy mood, ho ancora fatto in tempo a chiamare Roc, l’amico di sandi che gli aveva promesso che si sarebbe preso cura di me J.
Avere delle persone di riferimento quando si arriva in un paese sconosciuto da una sicurezza incredibile.   
Anche se queste persone di riferimento non le hai mai viste prima! 
Rok arriva dopo una mezz’oretta, il tempo necessario per svegliarsi, rendersi conto di esser in un duro hangover e tentare di non darlo troppo a vedere. Passo così il mio primo pomeriggio in zona slovena a casa del migliore amico di Sandi, a parlare degli standard sociali che si usano tra persone che non si conoscono ma si trovano in una situazione come la nostra ..e a bere succo di frutta in polvere, prima bevanda provata in slovenia ( e “putroppo” l’unica incontrata analcolicaJ ) .

Grazie al suo aiuto trovo il dormitorio con la camera riservata su internet... ora sono qui a scrivere, alla scrivania della mia stanza che condivido con una ragazza slovena. 
Non la conosco ancora molto, ed ora è rientrata a casa dai suoi genitori, che abitano a capo d’istria, a circa 2 ore e mezzo da qui. Torna ogni weekend, come quasi tutti gi studenti qui... vedremo quanti ne rimarranno...
C’è qualcuno che suona il piano, posso vederlo dalla mia finestra, di schiena... il suono è così piacevole e così tremendamente malinconico... C’è il sole, da quando sono arrivata.
Ma fa un freddo terribile. Se a mezzogiorno ci sono -4 gradi, vi faccio immaginare il resto della giornata e della notte!

Ho finalmene trovato una spiegazione alla questione che più mi attanagliato in questi giorni: ovvero il rapporto spazio-tempo concepito dagli sloveni. Per esempio se chiedi a qualcuno qui quanto ci si impiega per andare in quel posto, ti diranno “7 minuti, o 25 minuti”. Queste risposte così precise fanno quindi pensare che effettivamente siano precisissimi, diversamente dall’abitudine che abbiamo in italia di dire “5 minuti” arrotondando sempre.
Però no! Ho imparato, già in questi pochi giorni, che in realtà occorre sempre calcolare il doppio di quello che loro ti dicono... e questo perchè... perchè camminano terribilmente veloci tutti!!! Le spiegazioni possono apparire ovvie : sono in media altissimi, quindi le gambe hanno un diametro non indifferente, e sfidare il freddo con la velocità è la soluzione che provoca più calore nel corpo e che ti riduce il tempo da passar fuori.

Oltre al nome così originale e affascinante, Ljubljana,  che da l'idea che una volta imparato a scriverlo nel modo corretto si abbia già fatto il passo più difficile per conoscerla, questa città ha di curioso la dimensione.
Ovviamente non l’ho ancora vista tutta, ma il centro è small small, il mio dormitorio si trova nella zona sud, dove le stradine assomigliano un po’ a quelle di un paesino come potrebbe essere Beinette, con casette piccoline e carine una di fianco all’altra, garage con le macchine parcheggiate davanti, giardinieri che tagliano i rametti degli alberi, muratori che rifanno il tetto, il vecchietto che esce con il cane e la casalinga che stira le tende.

Qui vicino passa una delle strade principali di ljubljana che è chiamata Tržaška cesta perchè porta verso Trieste.. li c’è un grandissimo centro commerciale, e che ha a due passi uno spazio verde immenso con cavalli che circolano liberamente ...
Ecco esempi di stranezze e curiosità che questa città inizia a regalarmi...

Ci sarebbero molte altre cose da raccontare, ma non so fino a che punto possano interessare chi legge, quindi so che il tempo è denaro e anche che non sono ancora in grado di dare opinioni troppo fondate .. .è ancora presto.
Comunque sia sono felice, davvero contenta di essere qui, di nuovo messa alla prova, di nuovo in cerca di relazioni umane e punti fissi che mi possano guidare in questo nuovo viaggio.

Sono entisiasta, ance se mi mancano incredibilmente Barcelona, e Cuneo ... mi sento sempre di più divisa in piccoli pezzi, Ne lascio un po' di me in ogni luogo .. come una sorta di Pollicino ... e a volte questo mi provoca un senso di perdita, di confusione.. ma mi ripeto che ne vle la pena. Ne vale assolutamente la pena. è l'unica via che vedo ora come ora adatta a me... anche se ogni volta è più dura di quella precedente.  Ma anche più eccitante e controllabile. 

Mi fa strano di essere in un paese dove la lingua che si parla è davvero incomprensibile.. è la prima volta che mi accade ...  due giorni fa Roc è passato a prendere me e Maria Betania che rientravamo da lezione e abbiamo passato l’intero pomeriggio a bere birra e giocare a biliardo con ragazzi sloveni. Ascoltandoli parlare avevo l’impressione che stessero scherzando, che non fosse possibile che si trattasse davvero di comunicazione, talmente è lontana dai suoni ai quali sono abituata.
Per ora la sola parola che riesco a ricordare è Italianka, mi serve per capire se qualcuno parla di me J.

La gente qui è gentilissima, e soprattutto tutto sembra essere organizzatissimo, dagli international point, a tutto il sistema econonomico che ruota attorno agli studenti.
Con la carta studenti qui passeggi dappertutto su un tappeto rosso : i pasti costano tra 1 e 2 euro, la sim card regala credito gratis, i trasporti hanno offerte eccezionali. Insomma ... wow.
In più essendo una città universitaria a quanto pare ci sono eventi tutte le sere ...
Io per ora ho passato una serata in casa con sloveni a bere il liquido più potente che abbia mai assaggiato, l’alcool serbo, e ieri sera tipica serata erasmus con francesi e tedeschi.
Anche qui c’è il triste rischio di trovarsi nelle tipiche feste erasmus in cui la percentuale di ormoni infuocati raggiunge cifre galattiche, la musica è quella che ascoltano i protagonisti di natale a miami e la mia sensazione  è quella di sentirmi un pesce fuor d’acqua.
Ma sono sempre luoghi interessanti dove “studiare” comportamenti umani ...

Ma in un batter d'occhio sono riuscita a trovare il posto a mia misura.. il metelkova! 
è una specie di squot con un sacco di piccole casettine, una con ambiente, musica e gente diversa... stupendo davvero.. 
Voilì voilù ... eccomi qui in slovenia sul serio ... pronta a osservare, indagare, scoprire e vivere..


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