Ho imparato a conoscermi, ho imparato a confrontarmi con il mondo, a mettermi a nudo davanti ad esso. credo che le esperienze della vita, che si vivono sulla propia pelle, siano la migliore dimostrazione delle nostre capacita. il riuscire a percepirsi, a capirsi, a motivarsi, sia il punto di partenza per tutto per il resto che una persona puo effettivamente costruire, con consapevolezza.
è la consapevolezza che ora caratterizza il mio sguardo sul mondo, il mio farne parte. non voglio sentirmi slo un puntino in un disegno, in una macchina. non voglio pensare di finire in tomba vicino a tutti gli altri, tutti allo stesso modo.
mi sento strana, mi sento come una foglia di un albero in autunno, che nel tragitto dal ramo al suolo fluttua nell aria, vivendo sensazioni diverse, vedendo paesaggi da diverse altezze, respirando odori che cambiano, temperaturare che scendono o si alzano. incontro altre foglie, mi scontrando con esse, o solo le sfioro.
in quel luogo, cosi dinamico, cosi vivo.. io continuo ad essere quella foglia, con dei punti di riferimento, quello di partenza e quello di arrivo, il tronco dell albero, che e sempre al mio fianco durante la caduta (che rappresenta la mia famiglia, i miei amici di sempre, i miei luoghi, i miei ricordi)
ma resto comunque sola, me stessa, responsabile e determinante per qualsiasi azione e scelta.
Realizzare questo a volte mi terrorizza, mi fa pensare a quanto sia bello essere ancora vicini al ramo, essere bambini, e sapere di dover fare le cose che gli altri si aspettano, senza realizzare che effettivamente le scelte prima o poi iniziano ad essere solo nostre, e nn potremmo piu solo contare sugli altri.
o si puo tentare di farlo, tanta gente secondo me continua a vivere appoggiandosi agli altri, ma forse non si ferma mai a pensare a cosa realmente stia vivendo.
cosi accade in molte cose anche a livello piu macro, nella societa.
tante cose accadono semplicemente perche il sistema le crea. il modo in cui la nostra vita è impostata e il modo in cui siamo stati abituati a controllarla e attraversarla.
che ruolo hanno i poeti in tutto questo? sono loro che riescono a vedere la realta cosi com'è e nello stesso tempo capiscono come potrebbe essere diversamente? oppure sono solo strane pedine che si perdono per strada e si avventurano in sentieri senza uscita? e prima o poi ritroveranno la giusta strada, e si adatteranno al resto, che per definizione è il solo modo di sopravvivere?
perche ho l impressione che il paradosso e la contraddizione siano così presenti e cruciali nel nostro modo di vivere?
sempre alla ricerca di un qualcosa migliore, sempre eternalmente insoddisfatti per quello che non si ha ancora, e allo stesso tempo si cerca di esser fieri di cio che si ha. questo continuo lasciare da parte la soggettivita, quello che realmente sentiamo e vogliamo, per immergerci in quello che dobbiamo e gli altri si aspettano da noi. questo continuo essere giudicati, classificati, messi in alto o in basso.
questo nostro bisogno di dare giudizi, voti, posizioni. dover dare il meglio, prevalere. mi accorgo che puo anche funzionare diversamente, e forse in questo nuovo modo si trovano molte piu opportunita di dialogo e confronto.
sentirsi parte di un gruppo piu ampio, scoprire che le altre persone pensano le tue stesse cose... è una scoperta fondamentale che il nostro modo di vivere ci sta facendo dimenticare di prendere in considerazione.
trovo assurdo che l' universita che faccio io sia strutturata con un sistema di voti. mi rendo conto che cio sia totalmente una pratica formale, fittizia. per rientrare nel sistema, nelle regole. nella macchina che fa funzionare il tutto.
ma in realta come posso ricevere un voto, su un lavoro di 15 pagine che ho scritto, che leggerà una persona, in un determinato momento del giorno, con un tipo di conoscenze sull argomento, con certi tipi di preferenze, di idee, di pregiudizi, di attese. come quella singola persona può giudicare l idea di un altra?
Credo fermamente che non sia in realta importante il risultato in se, ma il modo in cui lo si ha raggiunto.
Mi sembra di star vivendo davvero in un sistema sempre più complesso..che richiede un mix di grandi conoscenze del passato, in tutti gli ambiti, in economi, diritto, politica, etc... ma anche una buona capacità di seguire il presente, perchè tutto accade ed evolve così velocemente...
e non è facile neanche seguire ciò che succede, perchè abbiamo la possibilità di sapere tutto, per cui vogliamo sapere tutto, ma in realtà spesso ci mancano le basi per capire, o la capacità e l'apertura per farlo.
allora ecco che si iniza a generalizzare, a parlare tanto per far vedere che ne sappiamo.
e le parole possono cambiare i fatti, ognuno ne trae la propria interpretazione, o segue cecamente quella di altre persone.
Per esempio la situazione ora in italia.
ok, non c'è più berlusconi. evviva! non siamo più un paese marcio, ridicolo, buffo e da prendere in giro.
però che sta succedendo?! ci siamo messi nelle mani, nel giro di pochissimi giorni, di persone che sicuramente sanno come funzionano le cose, a livello economico.
e basta quello per dare fiducia alla gente. tutti sembrano così contenti per questo nuovo governo.
certo, ci toccherà fare sacrifici, ma perchè?! perchè alcune persone hanno mal gestito i loro affari, hanno mandato in crisi milioni di altre persone. e ora sempre le stesse persone cercano di rimediare la situazione , cercando di far quadrare i conti, sulle spalle sempre di coloro che in tutti questi traffici non centrano nulla. come fosse una corsa a cavallo, in cui l'animale è il popolo.
il fantino lo sprona più che può. e se si distrae, e fa cadere il cavallo, è logico che poi cerca di finire la corsa chiedendo uno sforzo all'animale, che soffrendo porta il fantino al traguardo, perchè non ha scelta. perchè crede di essere lì per quello, per fare gare.
dimenticando magari la sua natura di cavallo.
ho paura. So che devo leggere e studiare di più se voglio capire in che mondo viviamo. e ce la sto mettendo tutta. ma continuo a trovare paradossi, contraddizioni.
anche per esempio nel movimento degli indignati.
qui a ljubljana continuano a dormire in piazza a fare molte attività. io in queste ultime settimane mi sono un po' ritirata, non vado sovente, sia per il freddo, sia perchè inizio a domandarmi se serva effettivamente a qualcosa. o se tutto scemerà. E che cosa resterà dopo?!
E intanto continuo a vivere in una città meravigliosa, accanto a persone altrettanto valide, fantastiche. E mi sento bene, soddisfatta, dubbiosa, ma cosciente.
"Ljubljana must become a "garage" of globally rushing beauty.
This is a watchwords of a balcan nature"
Mesta v Mestu
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